Malachia - WWMCat - Dedicato agli amanti della Natura - Genus Palmulacypraea
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Mirco
Utente Normale



Regione: Emilia Romagna
Prov.: Bologna


52 Messaggi

Inserito il - 16/08/2007 : 17:22:50  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mirco  Modifica Messaggio Invia a Mirco un Messaggio Privato  Rispondi Quotando  Visualizza l'indirizzo IP dell'Utente  Elimina Messaggio
Chi è avvezzo alla revisione di Meyer avrà già sentito parlare di questo genere, ben supportato geneticamente, che separa definitivamente da Notadusta le più nobili katsuae, musumea, vicdani, boucheti, lacrymula, guidoi. Ma quante sono poi le specie valide di Palmulacypraea? E' mia opinione che siano due.

Nonostante musumea allo stato attuale appaia basale nell'albero filogenetico, non è provato che ciò giustifichi una separazione da katsuae a livello specifico. Tenete inoltre presente che la omii sequenziata da Meyer è una boucheti.

Per molti anni il problema sull'identità di katsuae è ruotato sulla descrizione originale e sull’olotipo di Kuroda, conchiglia mai illustrata e proveniente dalla collezione di Teramachi. A seconda dei casi, due taxa del Pacifico occidentale vengono considerate la “vera” katsuae: per alcuni corrisponderebbe alla specie piriforme con dentatura segnata di scuro solo sul labbro, fossula evidente e ben denticolata (boucheti, sensu Lorenz), per altri alla specie fusiforme con dentatura segnata di scuro anche sul lato columellare e fossula obsoleta, con qualche denticolo (katsuae, sensu Lorenz). Dalla descrizione originale avevo ipotizzato che la vera katsuae dovrebbe possedere necessariamente una conchiglia piriforme, con fossula denticolata, con denti labiali giallo dorato e parte ventrale rigonfia. A sostegno di questa posizione Raybaudi ha illustrato una vecchia fotografia di Habe, che nonostante la scarsa qualità dell’immagine non pone alcun dubbio di attribuzione. Lorenz dal canto suo parla di una comunicazione personale del Dr. Kosuge che porterebbe ad opposte conclusioni e pare che anche Ikeda sia della stessa idea. Il numero di bande dorsali (due dalla descrizione originale) non è a mio avviso un ulteriore carattere probante poichè katsuae e musumea possono avere, oltre alla banda principale, anche una o due bande secondarie.

Musumea è caratterizzata da base chiara e denti incolori, a mio avviso una semplice forma cromatica. Musumea ne riprende infatti la struttura piriforme. Tipicamente dal Mar Cinese, viene dragata con una certa regolarità, sempre rarissima ed a profondità prossime ai 400 m, anche dalla Nuova Caledonia, dove può avere una leggera traccia di colore nella dentizione. Omii è simile in tutto a musumea, si distingue per la sagoma più stretta e per la presenza di macchie sugli apici anteriori, prerogativa quest’ultima osservabile con intensità variabile anche in alcune musumea.

Guidoi è una interessante popolazione disgiunta, la sua conchiglia ha la sagoma molto stretta e la base bianco-beige. Venne illustrata in un articolo di M. Beals nel 1996 su World Shells (in coda al quale Raybaudi accennò ad una "forma bealsi").

Dopo aver visto la foto dell'olotipo di katsuae a mio avviso il quandro è così composto:

Palmulacypraea musumea (denti bianchi su entrambi i lati)
popolazione del Pacifico occidentale (= omii Ikeda)
popolazione della Melanesia ("caledonica" Raybaudi)
variante boucheti (= lacrimula Lorenz n.n.)
Palmulacypraea katsuae (= vicdani)
variante guidoi (N. Caledonia)


Mirco




Modificato da - Mirco in Data 07/04/2014 14:11:13

Mauro
Moderatore



Regione: Sardegna
Città: Tempio


791 Messaggi

Inserito il - 16/08/2007 : 18:53:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Mauro  Modifica Messaggio Invia a Mauro un Messaggio Privato  Rispondi Quotando  Visulaizza l'indirizzo IP dell'Utente  Elimina Messaggio
Penso anchio che le Palmulacypraea siano solo due, per intenderci quelle che Lorenz e Hubert nel 1993 chiamavano musumea e katsuae. Quale sia il nome da attribuire alle due specie non è facile a dirsi, bisognerebbe avere in mano gli olotipi, e non solo le descrizioni originali. Trattandosi poi di specie molto rare non è facile avere grandi numeri di esemplari per serie indagini statistiche sulla variabilità intraspecifica. Il tuo discorso comunque fila; se è vero che Kuroda & Habe nel 1961 hanno ridescritto, col nome di musumea, la stessa specie già descritta l'anno prima dal solo Kuroda (katsuae), i nomi validi sono musumea e vicdani. Ripeto, bisognerebbe vedere gli olotipi, in particolare quello di musumea.
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