Comune nel nord-ovest della Sardegna, nei pendii nei pressi del mare, il colore è cangiante dalle tonalità di verde (chiaro e scuro assieme) al rosso intenso verso il periodo tardo estivo e autunnale: Euphorbia dendroides. Curiosità: il lattice è velenoso.
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Modificato da - limbara in Data 04/02/2008 18:19:22
Chiamato in sardo "LUA", il lattice delle euforbie era utilizzato fino a poco tempo fa (non so se qualcuno lo fa ancora) per pescare le trote e le anguille, poi gli altri pesci introdotti nei fiumi e torrenti, durante la stagione secca. Il verbo "luare" in sardo indica questa pratica. Le foglie ed i fusti pestellati venivano immessi nelle pozze ricche di pesci ed il lattice sprigionatosi credo intervenisse sui sistemi muscolari delle branchie paralizzando i pesci, che risultavano così facili da catturare. Mi chiedo però se quella sostanza tossica non creasse problemi poi a chi mangiava quei pesci... Dottore, dottore, mi dica qualcosa!
Modificato da - limbara in data 14/01/2008 16:15:48
Suppongo che le saponine e l' euforbone, responsabili della spiccata tossicità delle euforbie, siano termolabili. Tale metodica non sarebbe stata utilizzabile a scopo alimentare se fosse residuata della tossicità dopo il consumo del pesce. Il lattice dell' E. è usata in fitoterapia, applicata localmente, per la cura di verruche o altre lesioni produttive della pelle, ma di questo ne sa più di me Mauro che, a tempo perso, fa il dermatologo.
Modificato da - Paolone in data 15/01/2008 20:00:23